Il funzionamento di un impianto per il recupero dell’acqua piovana (come ad esempio i serbatoi modulari) offre numerosi benefici.
Bisogna precisare che vi sono due tipologie principali di impianto: un destinato all’uso irriguo, il secondo all’utilizzo domestico.
L’impianto per raccolta di acqua piovana è composto da:
- Il filtro per trattenere le particelle solide trasportate dalle acque raccolte;
- Il serbatoio, in genere interrato o, convenientemente in posizione altimetrica più depressa rispetto alla superficie di raccolta.
- L’impianto di aspirazione, formato dal filtro di aspirazione e dalla pompa.
- Il sistema di distribuzione, l’insieme delle tubazioni.
- La centralina elettronica per la gestione dei vari componenti elettrici ed elettronici.
Dimensionamento dell’impianto
Il corretto dimensionamento dell’impianto di recupero e stoccaggio delle acque meteoriche comporta la corretta valutazione dei principali parametri come:
- la piovosità dell’area;
- l’ampiezza della superficie di raccolta;
- il fabbisogno idrico totale dell’abitazione.
L’impianto di stoccaggio delle acque meteoriche non è sostitutivo della rete idrica tradizionale, ma vi si affianca per essere di supporto nei periodi di siccità o di scarsa piovosità.
A tale proposito per evitare contaminazioni da acque non trattate, le tubazioni devono potersi chiaramente riconoscere ed essere marcate, sui rubinetti di erogazione dell’acqua di cisterna deve apporsi un’evidentissima segnaletica di acqua non potabile.
Il costo di un sistema di recupero è variabile in base alla tipologia dell’impianto.
Il costo è funzione delle distanze, della lunghezza delle tubazioni, del volume di scavo, della tipologia e della capacità del serbatoio (tra i più innovativi troviamo i serbatoi modulari), della complessità della centralina, dai costi della manodopera occorrente per realizzare l’impianto.
Un impianto di raccolta delle acque mediamente fa risparmiare sopra il 50% dei consumi di acqua potabile e ripaga l’investimento in circa 10-15 anni.
Un impianto con serbatoio da 2000 litri per uso domestico costa indicativamente sui 1000 a 1500 €, per impianti più grandi, dipendenti dai parametri sopra esposti, per irrigazione di orti o giardini vicino o nell’intorno dell’all’abitazione il costo parte da 6000 € circa.
L’acqua è un bene prezioso
La legge 244/2007, articolo 1, comma 288 richiede la presentazione ai Comuni della certificazione energetica per l’ottenimento del permesso di costruire di un edificio; con la stessa disposizione si richiede la relazione pure sulle caratteristiche dell’edificio che sono “finalizzate al risparmio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche”.
Queste disposizioni costituiscono un primo passo con cui le istituzioni cominciano a rendersi conto che l’acqua non va sprecata.
È perciò molto importante che tutti siano sensibilizzati verso una sana gestione dell’acqua domestica in maniera consapevole e sostenibile, ad esempio aprendo a metà o al minimo il flusso dei rubinetti, meglio se con sistema a scatto, facendo docce brevi anziché riempire la vasca da bagno; utilizzare sciacquoni a doppio tasto; ottimizzando i tempi di irrigazione e impiegando elettrodomestici nelle ore di minore richiesta di energia che siano a basso consumo sia di energia elettrica che di consumo di acqua.
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